Cosa succederebbe se domani fossi costretto a vendere il tuo studio odontoiatrico e ti accorgessi che vale quanto un ammasso di macchinari obsoleti da svendere a prezzi stracciati?

Ti sarà già venuta qualche volta la curiosità di sapere quale sia il valore attuale del tuo studio.

In realtà con una serie di interventi mirati, utilizzando un approccio aziendale, potresti aumentare i ricavi in poco tempo, facendolo diventare un bene appetibile per qualsiasi papabile acquirente.

L’idea di vendere o valutare lo studio può balenare nella testa dei dentisti in diversi modi.

Alle porte dell’età pensionabile l’unico pensiero che sopraggiunge è quello di congedarsi con tutti gli onori del caso: per intenderci con un bel gruzzoletto da utilizzare per vivere i successivi anni in tranquillità e con standard piuttosto alti.

In realtà, prima di vendere, il piano d’azione potrebbe essere cercare giovani dentisti da inserire nello studio con cui collaborare e a cui, con il passare del tempo, delegare tutto il lavoro e magari garantirsi una rendita mensile lavorando ¼ del tempo.

Il problema è che il più delle volte la ricerca si rivela poco soddisfacente se non del tutto inutile.

I motivi? Trovare persone all’altezza delle proprie aspettative che meglio rappresentano la filosofia professionale ed umana dello studio a cui poter affidare le cure dei propri pazienti è molto molto complicato.

D’altronde la scelta di chi possa rappresentare con determinati standard il nome marchiato sulla targhetta all’ingresso dello studio è una questione che richiede un’attenzione spasmodica!

Non si può permettere a nessuno di macchiare anni di sacrifici, sudore e lacrime passati nella totale dedizione, anima e corpo, verso i pazienti e la loro cura.

Dopo lunga ed estenuante ricerca l’unica soluzione plausibile diventa cedere tutto e cancellare il proprio nome, così poter andare a godersi il meritato riposo senza particolari pensieri (convinzione errata!) e magari facendo ancora qualche consulenza per passione ma sicuramente cambiando completamente lo stile ed il ritmo della propria vita.

Abbiamo forse dipinto il quadro migliore possibile che porta alla decisione di vendere ma ci sono purtroppo altre situazioni ben più gravi che costringono ad andare in quella direzione.

C’è la possibilità, infatti, che la carenza di pazienti e la gestione di uno studio semi-vuoto siano diventati un calvario con conseguenze catastrofiche su ogni aspetto della vita professionale, economica, emotiva e familiare degli odontoiatri in difficoltà. A quel punto la vendita o l’associazione (che richiedono entrambe una valutazione) diventa quasi una necessità per liberarsi da una schiavitù non voluta.

Poi c’è il grande mercato dell’imprenditoria odontoiatrica: un mondo nuovo di investitori (e speculatori) che acquistano studi avviati, confidando in rendimenti economici superiori a quelli che potrebbero realizzare con altri investimenti finanziari. Gruppi economici, banche, fondi di investimento, assicurazioni e perfino i depositi dentali investono la loro liquidità in attività odontoiatriche.

In tutti i casi la domanda che toglie il sonno è solamente una:

Quanto vale in termini economici il frutto di anni di studio, leasing e ore alla poltrona?

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